Aumenta del 48% il pericolo di una fibrillazione atriale
Professioni troppo stressanti caratterizzate da un carico psicologico elevato e dalla sensazione di avere scarso controllo sulla situazione lavorativa - dal lavoro in catena di montaggio all'infermiere - potrebbero aumentare il rischio di aritmie, in particolare di fibrillazione atriale, la più comune disfunzione del ritmo cardiaco.
Lo rivela uno studio pubblicato sull'European Journal of Preventive Cardiology da Eleonor Fransson, dell'università di Jönköping in Svezia. La fibrillazione atriale è subdola e pericolosa, aumenta del 30% il rischio di ictus; i sintomi principali sono palpitazioni, vertigini, svenimento, dolore toracico, debolezza, difficoltà di respirazione, ansietà. Si stima che entro il 2030 ci saranno 14-17 milioni di pazienti con fibrillazione atriale nell'Unione Europea con 120.000-215.000 nuove diagnosi ogni anno. Gli esperti hanno monitorato per oltre 5 anni la salute di 13.200 lavoratori, tutti sani all'inizio dello studio. Con questionari ad hoc gli esperti hanno suddiviso il campione in gruppi a seconda del livello di stress percepito da ciascuno in ambito professionale. Lo stress da lavoro si misura con domande di valutazione del carico psicologico individuale e della percezione di avere controllo sulla propria situazione lavorativa. Nel corso dello studio sono state effettuate 145 diagnosi di fibrillazione atriale.
Gli epidemiologi svedesi hanno stimato che i lavori più stressanti (alto carico emotivo/psicologico e sensazione di scarso controllo) si associano ad un aumento del rischio di fibrillazione del 48% e suggeriscono che i datori di lavoro dovrebbero prendere delle misure adeguate per arginare lo stress associato in particolare ad alcune professioni.
fonte: European Journal of Preventive Cardiology
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